Recensione di L. Rocco al Premio Nazionale Sìlarus 2012
Lorenza Rocco
Un caloroso saluto ai presenti, in particolare al dr. Mario Guida, allo squisito
padrone di casa in questa mitica Sala rossa, tra i luoghi
simbolo della cultura
napoletana. Ed e sempre un'emozione ritornarvi.
Un grazie commosso all 'autore Leonardo Mastia, che si e fatto dono
agli altri con "II Viale degli Angeli". Per Tolstoj "scrivere è
intingere la penna nelle
proprie ferite". Mastia ripercorre, sui filo della memoria, ogni
segmento del suo dramma intimo e familiare, donandoci un libro che
coinvolge e sconvol
ge, dal punto di vista umano, un libro che non e possibile incastonare
in una
definizione univoca.
Romanzo autobiografico, romanzo verita, romanzo confessione, romanzo
di memorie, romanzo psicologico, romanzo corale? Questo e tant'altro
perche "II Viale 'aegli Angeli" Boulevard Semrier rifiette la vita
in toto, nella com plessita dei suoi aspetti, nel perenne
chiaroscuro, nel filo che si dipana tra eros e tanathos, sollecitando
interrogativi inquietanti sul senso della vita, sui dolore, sulla
morte. Un libro rivelazione, sotto il profilo letterario. Leonardo
Mastia, neofita della narrativa, rivela il dono nativo di immergere
il lettore nella pagina con una scrittura gia adulta nel respiro e nel
ritmo narrativo, nelle
descrizioni, nei dialoghi, nell'andirivieni della memoria. Memoria non
in sen so cronologico di passato, presente e tilturo, rna in senso
bergsoniano di tempo come durata, per cui cio che ha inciso
profondamente, resta vivo e presente nel serbatoio della memoria.E
l'io narrante, che coincide con l'autore, ripassa alla moviola come
tanti fotogrammi di una pellicola, in un continuo flusso di
coscienza.
Qual è il senso della scrittura di Mastia? Perche affida alla pagina
il suo dramma?
Leonardo Mastia si rifugia nella scrittura non per esorcizzare il
dolore, il dolore innaturale della scomparsa di un: figlio è uno
strappo che non si ricuce, che l'anima somatizza e diviene amputazione
fisica. "Non ci si consola, no no. Credi, è uno strappo del cuore",
scrive Giosue Carducci all'amico Chiarini, dopo la morte del figlio
Dante.
Mastia scrive per ricordare, per cristallizzare il ricordo. Non muore
mai chi resta nel ricordo dei vivi. E vivere nel ricordo di che
abbiamo amato e ri nascere ogni giomo, e continuare ad amare. La
capacita piu straordinaria della Letteratura e dell'Arte e arrestare
il tempo, opporsi alia sua ala distruttrice, impedire alia morte di
cancellare chi ci sottrae, di annullare cio che abbiamo veramente
amato. Su queste impressioni di lettura sara interessante in una
conversazione aperta, il confronto con i relatori, con l'autore, con
voi tutti amici e gentili ospiti, dando spazio alle parole dellibro,
sempre da privilegiare alle parole sui libro, da chiunque vengano
pronunziate. Proporremo qualche flash dal libro, come invito alla
lettura, che persino "cattiva maestra televisione" definisce "cibo
per la mente". I libri esistono in quanto vengono letti e 1'attento
lettore, in relazione alla sua sensibilita, al suo vissuto diventera
co-autore, partecipando a quella che Gadamer chiama "fusione di
orizzonti". "Il Viale degli Angeli" è da consigliare a tutti perche
nella vacuita del presente induce a riflettere sull'essenziale, sul
senso della vita, sui grandi temi del DOLORE e della Morte, sollevando
interrogativi inquietanti. Perche la sofferenza degli innocenti'?
Perche la morte precoce? Ed e un topos letterario, dai classici ai
moderni. Virgilio, il poeta della divina malinconia, il poeta delle
lacrimae rerum, del dolore universale, canta la morte degli eroi
giovanetti con immagini di rarefatta bellezza: Eurialo morendo piega
il capo come un fiore purpureo reciso dall'aratro, o come un papavero
che, pregno di rugiada, china il capo a terra.
Mastia, ripensando ad Antonio nella fase terminale: "ebbi
l'impressione di un ramo spezzato dell'albero, già reclinato e proteso
verso la terra".
"Funere mersit acerbo" è un verso di Virgilo che dà il titolo ad una
lirica di Giosue Carducci, in cui il poeta-artiere piange il
figlioletto con il pianto discreto, intima. Non a caso nella lettera
al Chiarini scrive: "ho pianto e ho ruggito in silenzio meco stesso".
Pianto antico perche nato quando l'uomo meditò per la prima volta
chela natura si rinnova in contrasto con l'individuo che, una volta
defunto, non ritrova piu le vie della luce. Pianto virile, "grido
contratto", "pianto che non si vede" in Giuseppe Ungaretti, nella
sezione "Dolore" di "Vita di un uomo", dedicata alla scomparsa del
piccolo Antonietto. E Mastia per Antonio: "Piangevo dentro". C'e la
sensibilità lirica nell'autore in un romanzo che si configura come una
porta, che apre altre porte.
I grandi poeti ci leggono dentro piu di quanto noi possiamo leggere
loro.
Versi immortali memorizzati costituiscono non solo una ricchezza
inalienabile, ma sono fonte di serenità e di conforto, di forza
interiore, nei momenti drammatici che la vita ci riserva. Non c'e
momento della vita che non possa identificarsi in un verso. Nel "Viale
degli Angeli" non sono protagonisti solo il dolore e Ia motte, rna
tutti i sentimenti dell'animo umano incarnati in questo o quel
personaggio: amore, amicizia, generosita, solidarieta, coraggio,
paura, timore, speranza. L'uomo, copula mundi, capace di altruismo e
di bonta come di egoismo, meschinita, cattiveria. L'Humanitas nelle
sue infinite sfaccettature e la vita prima materiato di pene e di
dolcezza. Le figure femminili, dalla madre Roberta, monumento di amore
e di dolore, alle tenerissime sorelle, alle nonne doppiamente madri,
alla giovane Francesca devota e generosa sono emblema di dedizione, di
solidarieta, di pazienza e di concretezza, di operativita. Penso alla
straordinaria Madame De Le Pen, cosi professionale, cosi umana, madre
di tutti gli angeli. Ed eccoci a lui; il campione dal berretto rosso
con la passione delle moto, aspirante pilota di Formula 1. Bello "come
un dipinto di Botticelli", intelligente, generoso, ironico,
coraggioso. Battute indimenticabili. 11 pianto represso per non dare
soddisfazione a un francese. Generosita struggente verso i compagni
di sventura, gli angeli del Boulevard Serurier, che come lui
percorrono tutte le stazioni della Via Crucis: Lorenzo, Teresa,
Sebastian, Abdel (il Cristo Velato), Tony, Marcel, Angelica, senza
distinzione di lingua, di razza, di nazione.
Nell'Ospedale Robert Debre il dolore, da individuale diviene corale:
II giorno dopo, giunto in reparto di buon mattino con mia figlia,
avevo subito trovato una porta spalancata nel corridoio.Un altro
materasso ripiegato./La cameretta di Abdel era vuota, (il
monitorfrequenzimetro spento, il suo comodino sgombro./La tapparella
quasi del tutto abbassata allungava in quella stanza l'ombra sinistra
della morte./Abdel non c'era piu, sene era andato durante la notte
anche lui./L'ultimo pacco di biscotti che gli avevo portato
dall'Italia era buttato li nel cestino dei rifiuti vicino alla
porta.!Anche ll Cristo velato d ha lasciato, - pensai subito. E
finalmente ritornato a casa, se ne e andato cosi come era arrivato in
assoluta poverta e solitudine
senza nessuno che gli sia stato vicino, mi Ia madre, ne una sorella,
unfratello, un amico./Povero Abdel, rivedevo il suo volta, quello di
Teresa, di Lorenzo, ripensavo ai loro destini che, sia pure per breve
tempo, si erano incrociati
con quello di mio figlio e mi sentivo assolutamente inerme e
spaventato del domani!Quando lo vidi per Ia prima volta in que!
lettino, da solo nella sua cameretta, era coperto solamente da un
lenzuolino bianco e leggero che te neva tirato fino a/ menta e che
disegnava, avvolgendolo come un sudario, quel corpicino esile e
tremante. La magrezza degli stinchi, delle ginocchia, delle spalle,
sembrava volesse perforare que/ lenzuo/o ed evidenziava tutta Ia
sofferenza, il dramma di que/ fisico debilitato e catatonico. Come ho
gia detto, per me fu da subito II Cristo velato del reparto di
oncologia pediatrica dell'ospedale Robert Debre.Madame DeLe Pen era
seduta dietro alia scri vania bianca. Esitai un poco, lei ci fissò
con tenerezza e schiuse le labbra nel solito sorriso di franca
cordia/ita. Quindi si alzo ed abbraccio Roberta con calore, poi si
avvicino a me.Mi abbraccio visibilmente commossa./Poi mi guardò
negli occhi e in un italiano che mi sembrò stranamente più compren
sibile del solito disse:/i bambini non dovrebbero mai lasciarci, noi
tutti qui lottiamo con vera passione e sacrificio, ci affezioniamo
a tutti quantiloro, siano essi francesi, italiani, algerini, perche il
periodo di degenza per ognuno e quasi sempre molto fungo e quando uno
di foro sene va, per noi e sempre un colpo durissimo, una sconfitta.
In questo ospedale si da il massimo, ma non possiamo andare oltre aile
conoscenze scientifiche ad oggi acquisite, ne possiamo combattere
contro il disegno divino. Li amiamo come fossero nostri figli
indistintamente ed io persona/mente Antonio lo portero sempre nel
cuore.
Mi displace, mi dispiace tantissimo, a volte noi stessi ci sentiamo
inutili, ma poi continuiamo a combattere, come e giusto che sia. A
volte perdiamo, altre volte abbiamo Ia soddisfazione di salvare una
giovane vita, di vedere premiato il nostro impegno. Scusateci se con
vostro figlio non ci siamo riusciti.
Per il divino poeta tre case sono rimaste del Paradiso: "Le stelle, i
fiori, i bambini" (Paradiso - Canto V). I bambini del Boulevard
Serurier, meteore in "quest'aiuola che ci fa tanto feroci" sono angeli
ansiosi di ritornare in Paradiso: regno della luce, della musica,
dell'armonia, della carita.
Nel testa aleggia un sensa di malinconia scandito, oltre che dalla
parola, dal silenzio, nei momenti piu drammatici. E tanta
"leggerezza".
Un filo lega il teatro dei burattini prima avvisaglia del subdolo
male, a Euro Disneyland, a Parigi (nuovo impatto con il male), al Luna
Park dell'Eur chiuso, messo in moto da un omaccione dal cuore
generoso.
"L'ultima neve di Primavera" e colonna sonora e struggente della
vicenda, che pure fino alla fine, testimonia il connotato perduto
della Speranza. Speranza dura a morire, speranza inossidabile che solo
l'amore di un padre, di una madre puo generare.
La speranza, cioe una scintilla, una goccia di lei, non abbandona
l'uomo, neppur dopo accadutagli la disgrazia Ia piu diametralmente
contraria ad essa speranza, e la piu decisiva.
G. Leopardi- Zibaldone (8 ottobre 1820)
Speranza, che non ha confini in senso letterale e metaforico: da
Napoli a Roma a Parigi, a Friburg in Germania, a Citta del Messico, a
Philadelphia. L'ottimismo della volonta in un corpo a corpo contro
l'arido raziocinio. L'eros, l'amore, la vita contro Tanathos, l'odio,
la meschinita,la grettezza, la morte, la nera signora sempre in
agguato, mentre il cerchio si chiude. La speranza vacilla ogni volta
che un materasso resta vuoto, che un Angelo spicca il volo.
Un dolore sordo in un inarrestabile flusso di coscienza. Alla moviola
tutti i fotogrammi di una lotta per la vita, durata cinque lunghi
anni. Indelebile "Il Viale degli Angeli", nonostante tutto, e una
testimonianza di vita, di valori autentici.
Per Roland Barthes "scrivere vuol dire far vacillare il senso del
mondo. Provocare una interrogazione indiretta sui senso della vita".
Leonardo Mastia è riuscito perfettamente perche, al di sotto dello
scrittore, c'e "la pianta uomo". Oggi sempre piu rara.